Il mitico concept album Sgt.Peppers dei Beatles compie quarant’anni
Uscito in Inghilterra il 1° giugno 1967, Stg Pepper’s viene considerato il capolavoro assoluto dei Beatles, una vera e propria opera d’arte e uno dei primi concept-album della storia della musica leggera.
La copertina viene realizzata da Peter Blake, il re della pop art britannica, seguendo l’idea di riunire alcuni dei personaggi famosi che avevano segnato la vita dei Beatles. Nel fotomontaggio alle spalle dei Fab Four compaiono tantissimi personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, da Edgar Allen Poe a Shirley Temple, qualcuno si è anche preso la briga di identificarli tutti (Nauert.com).
Il disco si sviluppa secondo un unico filo conduttore: il concerto della Stg Pepper’s Band, invenzione e pretesto per un viaggio dove le sperimentazioni musicali ormai così usuali nelle produzioni beatlesiane di quel periodo, toccano livelli altissimi.
Si ascoltano brani ispirati alla realtà di tutti i giorni, come “Getting better” o “Fixing a hole”; e poi ancora “For the benefit of Mr Kite”, composta da John su un testo ispirato ad un manifesto dell’età vittoriana e con una parte musicale che ci trasporta, come in un vortice, nel mondo fantastico del circo; “She’s leaving home”, grande prova di Paul, che venne realizzata con un arrangiamento scritto ad hoc per un’orchestra d’archi che sottolinea mirabilmente una malinconica melodia : una ragazza che scappa di casa è lo spunto per una riflessione sulla solitudine e sul conflitto generazionale che proprio in quegli anni 60 i giovani sentivano in modo particolare.
E poi le due canzoni più famose: “Lucy in the sky with diamonds” e “A day in the life”. Su Lucy in the sky è stato detto di tutto: le immagini colorate e confuse che il testo richiama , insieme alle iniziali delle parole Lucy, Sky e Diamonds (LSD), scatenarono la fantasia di milioni di fans pronti a sostenere che il brano fosse un inno alle esperienze allucinogene in cui i Fab Four erano immersi ( in realtà pare che il titolo fosse nato da un disegno che Julian, il figlio di John, aveva fatto di una sua amica dicendo al papà “questa è Lucy nel cielo con i diamanti”…)
Il capolavoro di tutto l’album è senz’altro “A day in the life”, realizzata in forma A-B-A: nella prima parte, John, seguendo la sua ispirazione surreale, ci descrive un fatto veramente accaduto, cioè la morte di un membro della Camera dei Lords in un incidente stradale. Un crescendo orchestrale ci introduce nella seconda parte, cantata da Paul, dove il ritmo leggero e accattivante ci trasporta in un’atmosfera onirica e fantastica; la ripresa di John termina con un crescendo orchestrale sempre più frenetico e spasmodico, chiuso da un raggelante accordo di pianoforte che a sua volta decresce molto lentamente.
Sgt. Pepper’s segna una decisiva svolta nel panorama musicale degli anni 60: la ricerca di suoni ed effetti sonori creati in studio con mezzi che oggi potrebbero farci sorridere, segnò la strada per tutti i gruppi che vennero dopo. Un capolavoro che non aveva precedenti, sia dal punto di vista delle idee musicali che della loro stessa realizzazione. E nulla fu più come prima.
Ci piace perché:
Dopo 40 anni si ascolta ancora come fosse stato composto ieri. Mitico!
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