Ci siamo. Fan degli Abba è il vostro momento: finalmente è uscito Mamma Mia!, il film che riprende uno dei musicals più amati di tutti i tempi, rappresentato in 170 paesi e visto da 30 milioni di persone. L’attesa era tanta, soprattutto perchè, nonostante il successo mondiale, Mamma mia! in Italia non è mai andato in scena. Diretto da Phyllida Lloyd, regista inglese che ha guidato la versione teatrale per una decina di anni, il film è vivace e frizzante; una travolgente ventata di allegria capace di coinvolgere anche chi, negli anni 70, arricciava un po’ il naso nell’ascoltare i mitici Abba, ora invece tanto rivalutati da essere entrati perfino nella Treccani.
Venti tra le più belle canzoni del gruppo svedese, tra cui Dancing Queen, Money Money Money, The Winner Takes It All, diventano parte integrante di una storia fantastica raccontata con sorprendente energia e ritmo trascinante.
Donna (Meryl Streep), dopo aver passato gli anni della gioventù in modo libero e battagliero, gestisce un albergo su una piccola isola greca. La figlia Sophie, ventenne, in procinto di sposarsi, vorrebbe invitare al matrimonio il padre che non ha mai conosciuto. In un turbinio di incontri, scontri, fraintendimenti, chiarimenti e risoluzioni, si svolge, di fatto, quasi sempre in musica e con toni da spettacolo leggero, il confronto sul modo di affrontare la vita affettiva da parte di due diverse generazioni (madre e figlia).
Nel cast svetta una straordinaria Meryl Streep, che canta e balla senza sosta nonostante i suoi 59 anni, contornata da un gruppo di attori ( Julie Walters e Christine Baranski, Amanda Seyfried, Pierce Brosnan, Stellan Skarsgård e Colin Firth) altrettanto impegnati in una prova di grande livello.
I colori, le luci e i suoni sono fantasiosi e sfavillanti; il tuffo nei 70th è assicurato da giubbini attillati, zeppe, pantaloni a zampa di elefante e da un’atmosfera che strizza l’occhio con benevolenza alle tematiche di amore e libertà care a hippies e figli dei fiori.
Da vedere. Chi ha amato gli Abba non potrà non rimanerne incantato. Chi non li conosce potrebbe avere una piacevole sorpresa e chi non li apprezzava negli anni 70 potrebbe sempre cambiare idea.
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