Nuova testimonial di Elena Mirò, è tornata a sfilare dopo sette anni. E alle donne lancia un messaggio ben preciso…
Le passerelle hanno sentito la sua mancanza per sette, lunghi anni. E poi, qualche giorno fa, Carrè Otis è finalmente riapparsa. Testimonial di Elena Mirò, ha lasciato tutti a bocca aperta: una splendida taglia 44 (qualcuno dice 46), un seno quasi sfacciato, quello sguardo felino che negli anni Novanta ha contribuito a renderla una delle modelle più pagate in tutto il pianeta.
Carrè oggi ha 45 anni e ha accettato l’offerta di Elena Mirò per un motivo ben preciso: da molto tempo si spende affinché le donne smettano di farsi condizionare da modelli sbagliati, che tolgono loro ogni serenità, e sviluppino “una visione corretta e più critica nei confronti dei codici di bellezza femminili – dice – veicolati dai media che ti dicono come devi essere”.
La rivincita femminile, secondo la Otis, consiste dunque nel “non essere schiave della taglia”: parole sacrosante, avvalorate dalla bellezza di questa creatura passata attraverso un’esistenza piena di dolore. Proprio quando stava iniziando a scalare le vette del successo, è stata stuprata (aveva diciassette anni) da Gerald Marie, allora capo dell’Agenzia Elite Paris; lo stesso uomo che poi la spinse nel tunnel della cocaina: “Mi diceva che mi dava energia e mi manteneva magra”.
Il viaggio nell’inferno continuò quando Carrè decise di sposare Mickey Rourke: un’unione durata dal 1992 al 1998, fatta di amore, sì, ma anche di violenza, morbosità, follia. Lei aveva problemi con la droga, problemi con il cibo, problemi con la sua stessa esistenza. Ma la ruota gira sempre, per fortuna e prima o poi le cose migliorano.
Nella sua vita, a un tratto, sono arrivati il buddismo e l’ingegnere Matthew Sutton, che l’ha sposata e aiutata a ritrovare un equilibrio. Carrè è madre di due splendide bimbe, Jade e Kaya, rispettivamente cinque e tre anni; ha scritto un libro autobiografico, “Beauty Disrupted”, in cui racconta come l’insidioso mondo della moda spinga spesso a costruire un rapporto malato con il cibo, “perché è l’industria che troppo spesso lo pretende”. E scrive anche un blog, diretto verso i medesimi obiettivi: “Parlo, mi confronto con le donne attraverso la mia esperienza”.
In questi sette anni lontano dai riflettori e dalle passerelle, dunque, Carrè ha ritrovato la parte più bella di sè. Quella parte che ha mostrato fieramente a Milano, fatta di morbide curve, splendore a 360 gradi e occhi accesi di coraggio.
Commenti recenti