Ancora una volta Milano chiude la Settimana della Moda all’insegna dell’ipocrisia. Non sono bastate le solite polemiche (scontate, ormai) sull’eccessiva magrezza delle modelle che sfilano in passerella, sulla pericolosità di certi messaggi, sulla necessità di fare marcia indietro e abbandonare la strada dell’esaltazione della taglia 38 per riavvicinarsi alla fisicità delle donne reali. Niente da fare.
A parole sembrano essere tutti d’accordo, quelli del fashion system: i modelle estetici proposti sono sbagliati, basta con le modelle scheletriche, la moda deve essere accessibile a tutti, usciremo dal nostro mondo irreale per cominciare ad occuparci delle donne vere ( quelle che comprano i loro vestiti, per altro…). Ma nei fatti?
Se vi è capitato di dare un’occhiata alle sfilate, avrete notato che in passerella continuano a ad essere presenti ragazze così:
DSquared 2
Che ne dite? Vi sembra una donna bella, attraente, piena di fascino, questa? A me no. A me sembra semplicemente un manichino senz’anima, una donna-stampella, una replicante che non deve mostrare alcuna personalità. E purtroppo potrebbe anche essere una ragazza costretta a fare la fame per mantenersi così, pelle e ossa.
In molti ci chiediamo che senso ha tutto questo, e non regge la storia che le le modelle devono essere secche perché su un fisico magro l’abito cade meglio: qui si va oltre il “magro”, il corpo di questa modella non ha nulla di piacevole, suscita compassione e anche un po’ di tenerezza ma non è un bel corpo. E per fortuna sono davvero in pochi a trovare seducente uno scheletro.
Spinta dall’onda delle polemiche e delle discussioni sono andata a ripescare l’articolo di VBD dove avevamo pubblicato il Manifesto Di Autoregolazione della moda contro l’anoressia. Risale al dicembre 2006, ed era stato firmato e controfirmato, con tutti i crismi, dalla camera Nazionale della Moda e dal Ministero delle Politiche Giovanili.
Provate a rileggerlo oggi, alla luce dei fatti di questa ultima settimana. Quante belle parole! Sembra però che di questo manifesto non si ricordi più nessuno, probabilmente giace nel fondo di molte scrivanie, obsoleto, dimenticato ma soprattutto inapplicato.
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Manifesto nazionale di autoregolazione della moda italiana contro l’anoressia
Premesso che
I disturbi alimentari come l’anoressia e la bulimia colpiscono, nel nostro Paese, circa tre milioni di persone. Si tratta di individui che soffrono di un grave disturbo della psiche, di un male subdolo che ha cause oscure da rintracciarsi negli snodi difficili della vita di ciascuno. Il problema è complesso e, per essere affrontato, richiede il contributo di specialisti come nutrizionisti, psichiatri, psicoterapeuti.
Molte delle donne colpite dai disturbi dell’alimentazione sono giovani che hanno iniziato una dieta anche per raggiungere l’ideale fornito dalle modelle delle sfilate e delle copertine dei giornali. Per inseguire un modello estetico di bellezza percepito come l’unico possibile.
Siamo consapevoli, quindi, del fatto che i giovani possono essere condizionati da esempi e stili di vita in cui una magrezza esagerata possa diventare un modello da emulare.
Riteniamo che questa componente culturale, estetica e mediatica sia, come affermano i medici specialisti, soltanto una con-causa ambientale di un disagio clinico psichiatrico che affonda le sue radici nella storia individuale delle persone che soffrono di disturbi alimentari. Si tratta però di una con-causa che non vogliamo sottovalutare.
Premesso che
dalle ricerche scientifiche e dei dati statistici in materia di anoressia risulta che:
• di anoressia e bulimia si può morire (fonte ABA )
• l’anoressia è la prima causa di morte da malattia psichiatrica (fonte ABA)
• circa il 3% della popolazione presenta una problematica di anoressia-bulimia conclamata (fonte ABA)
• il 95% sono donne (fonte ABA)
• i modelli estetici della moda che esaltano le “icone della magrezza” concorrono, se pur indirettamente e secondariamente, in quanto fattor socio-culturali, all’instaurarsi dei disordini alimentari (ABA, AED , AIDAP )
• l’influenza negativa dei modelli estetici “anoressici” interessa anche la pre-adolescenza: il 60,4% delle ragazzine italiane tra i 12 e i 14 anni coltiva il desiderio della magrezza, il 24% si è già sottoposto a dieta, il 34% ha inventato la sua dieta senza consultare un medico (fonte Società Italiana di Pediatria)
• secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità esistono una serie di indicatori per stabilire lo stato di salute di un individuo, tra cui l’Indice di Massa Corporea (IMC); sempre secondo l’OMS, un IMC inferiore al valore di 18, 5 è un segnale di allarme che indica chiaramente uno stato di “sottopeso” e che va incrociato con una serie di strumenti attraverso cui stabilire lo stato di salute di un individuo
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Tutto ciò premesso
Sulla base di queste evidenze scientifiche, pienamente consapevoli del ruolo di responsabilità che abbiamo, il Governo Italiano, ed in particolar modo del Ministro per le Politiche giovanili, Camera Nazionale della Moda Italiana, Alta Roma intendono trasmettere creativamente e costruttivamente modelli estetici positivi come strumento concreto di prevenzione ai disturbi alimentari.
Per questo:
1) Noi ci impegniamo a rivalutare un modello di bellezza sano, solare, generoso, mediterraneo, che l’Italia ha contribuito storicamente a diffondere a livello internazionale, perché crediamo che possa essere ancora oggi una proposta estetica positiva per le donne del nostro Paese e di tutto il mondo.
2) Noi ci impegniamo a tutelare la salute delle modelle che posano e che sfilano sulle nostre passerelle alle quali chiederemo un certificato medico basato su una valutazione che evidenzi e tenga conto dei criteri scientifici e diagnostici in materia di disordini alimentari (tra cui l’IMC). Di conseguenza ci impegniamo a non far sfilare o posare modelle dal cui certificato medico risultasse l’evidenza di un disturbo alimentare conclamato.
3) Noi ci impegniamo a non far sfilare modelle di età inferiore ai 16 anni, perché crediamo che siano giovani non ancora pronte al mondo del professionismo della moda, che rischiano di trasmettere messaggi sbagliati alle loro coetanee della delicata fascia pre-adolescenziale.
4) Noi ci impegniamo a promuovere presso i nostri Associati e le Aziende che sfilano l’inserimento generalizzato nella produzione delle collezioni per il consumatore finale delle taglie 46 e 48, perché crediamo che il tentativo di elaborare un modello estetico più florido non solo sia importante da un punto di vista culturale e morale, ma sia anche produttivo da un punto di vista commerciale.
5) Noi ci impegniamo ad affiancare le istituzioni e le associazioni mediche specializzate nel promuovere campagne di comunicazione che modifichino positivamente i modelli estetici ispiratori della formazione dell’identità e dei comportamenti sociali.
6) Noi ci impegniamo a prevedere nei nostri regolamenti interni misure idonee a garantire il rispetto dei principi espressi in questo manifesto.
Auspichiamo un’adesione a questi impegni da parte di tutti gli operatori della Moda, a partire da stilisti, agenzie di modelle, fotografi, make up artist.
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Il presente Manifesto è vincolante per chi lo sottoscrive.
MINISTERO POLITICHE GIOVANILI ED ATTIVITÀ SPORTIVE
on. Giovanna Melandri
CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA
cav. Mario Boselli
ALTAROMA
Stefano Dominella
Roma, 22 Dicembre 2006
Promosso da
• Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive
• Camera Nazionale della Moda Italiana
• Alta Roma
Foto: ImaxTree
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