– di Giulio Ramperti – su Virgole nelle Virgole –
– Chi vuole un bel gelato ? Io no! – Quella che a prima vista potrebbe sembrare una banalissima domanda e un’ altrettanto banale risposta, a volte cela una quantità di dolore difficilmente rappresentabile con numeri o parole ; questo dolore si chiama Anoressia .
Anoressia: letteralmente “mancanza di desiderio” ovvero inappetenza. Se fosse solo questo in una società malata di opulenza, in fondo, un po’ di dieta non farebbe che bene. Ma l’ anoressia è una malattia, una malattia che distrugge chi ne soffre e coloro che stanno accanto.
C’ è il dolore di famiglie che non sanno come salvare figlie che lentamente ma inesorabilmente quasi senza esitazioni distruggono se stesse alla ricerca di una bellezza che ha solo il sapore della morte. Non è prosopopea ma solo la lucida descrizione di un male che è la prima causa di morte adolescenziale.
Si inizia quasi per caso, saltando una cena o una colazione, si finisce per mangiare 400 Kcal al giorno. All’ inizio tutti dicono che è l’amore o lo stress poi ci si rende conto che c’ è dell’ altro. Pesare 40 Kg pur essendo alti sopra 1.70 non è amore, è tutt’ altro. E’ il simbolo di una lotta persa contro qualcosa che è diventata solo voglia di autodistruzione. Distruggendo se stessi si uccide l’ intera umanità.
E’ difficile persino da immaginare il dolore che si può provare nel vedere la propria figlia vomitare solo perché ha mangiato un cucchiaio di nutella: è impotenza allo stato puro. Gli indiani dicono che i figli siano le frecce scagliate nel futuro, vedere la propria freccia spegnersi lentamente e non poter far nulla vanifica gli sforzi di una vita .
La lotta è contro il nemico più terribile, se stessi. L’ oppressore non è un barbaro conquistatore, è la nostra testa. Ci impone di mangiare poco perché è necessario piacere, essere belli. Ma dentro è solo l’ inferno. Gli organi non hanno il loro giusto carburante e si inizia ad appassire lentamente, come le rose a settembre. E intanto fuori va sempre peggio: si comincia a vomitare persino la frutta:
Si architettano i piani più macchinosi pur di mostrare una parvenza di serenità che salvi l’apparenza. Un’apparenza a cui tutti si aggrappano con le loro forze pur di non crederci, pur di dire andrà tutto bene. Ma non va tutto bene e la società in cui tanto si sperava di far parte a pieno titolo inizia a temerti ad evitarti per non guardare in faccia una vita che sa anche essere meravigliosa, ma che sta mostrando un lato oscuro.
Poi il calvario vero e proprio fuori e dentro gli ospedali in cerca di un aiuto e di un qualcosa che fermi i continui svenimenti: ma non c’ è niente. E giù via così fino alla morte. Famiglie lacerate dal dolore. E qui i media incominciano a dare il peggio di sé . Trasmissioni e talk show che, sotto l’egida guida di celeberrimi psicologi, non sanno far altro che dare la colpa alla società dei belli, delle Belen Rodriguez . Dare la colpa a qualche soubrette non ci laverà di certo la coscienza. Bisogna capire, ascoltare, essere sempre pronti a farsi in quattro quando il corso degli eventi può essere facilmente cambiato. Ascoltare. La parola più difficile dell’ intera lingua italiana: ascoltare, non sentire.
Smettiamola di essere sempre pronti a sparare sentenze, per di più dettate da motivi puramente emozionali, e iniziamo a capire. Non si può giudicare se non si comprende. Il segreto è proprio questo: protendersi verso chi è in difficoltà con tutta l’ energia che si ha; non sempre si giungerà alla vittoria ma è meglio provarci, con umiltà, fino in fondo.
Chi legge questo articolo non deve pensare che il sottoscritto ritenga l’ anoressia una malattia dalla quale non si possa uscire, anzi si deve uscirne. Non è facile ma si può. In Italia ci sono migliaia di comunità che aiutano le persone in difficoltà in questo complesso cammino. Ma tante e tante sono le persone che tornano a sorridere e proseguono in modo egregio la propria esistenza. Ci sono centri pieni di veri specialisti, che stanno tutti i giorni in trincea pronti a nuove sfide, che saranno felicissimi di accogliere malati di anoressia. Se c’ è qualcuno/a in queste condizioni spero con tutto il cuore che si salvi, e lo ripeto, perché è possibile. Spero che ritorni a sorridere e gli si mostri nuovamente il volto meraviglioso dell’ esistenza. Grazie per il tempo concessomi.
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